PILLOLE DELLA NOSTRA STORIA


INVERUNO

1861-1946
I fatti, gli interventi, i documenti storici

All’alba dell’imminente creazione del Regno d’Italia, il documento più antico che attesta la presenza di una sorta di “organizzazione antincendi” nel Comune di Inveruno (Provincia di Milano, Circondario di Abbiategrasso, Mandamento di Cuggiono) è il verbale di deliberazione del Consiglio comunale n°188 del 31 Maggio del 1860. Con detto documento si approvano il bilancio preventivo dell’anno in corso e il consuntivo del 1859.

In esso si approva la spesa di Fr. 10 per la “manutenzione della tromba per l’estinzione degli incendi”. Per “trombe” s’intendevano quelle macchine, inizialmente chiamate “spruzzatoj” poi meglio conosciute come “trombe idrauliche”. Erano delle pompe a mano – posizionate su carretti e trainate solitamente da buoi – che servivano per mandare l’acqua in pressione nelle manichette di canapa collegate a lance in ottone.

Quest’atto comunale della “Annata Finanziera 1860” lascia supporre ragionevolmente che una squadra di “addetti alla pompa” fosse già presente a Inveruno egli anni precedenti, dal momento che si provvedeva a “revisionare” una macchina idraulica già esistente. Tuttavia non vi sono documenti, antecedenti al 1860, conservati nell’archivio civico.

L’esistenza di un vero e proprio servizio per l’estinzione degli incendi è invece confermato da un mandato di pagamento del 16 ottobre 1861, emesso a favore di due “Direttori della Macchina Idraulica” e otto “Lavoratori alla Macchina Idraulica”. Nel documento si fa riferimento al “Servizio prestato il giorno 19 settembre 1861, nell’incendio avvenuto in Cuggiono”.


Ai due direttori, Busti Angelo e Venegoni Gaetano, spettarono lire 4,20 ciascuno, mentre i “lavoratori” percepirono lire 2,10 ciascuno. Ecco l’elenco dei primi pompieri d’Inveruno di cui si ha notizia scritta e certa:

  • Bandera (Giovanni)
  • Zoia Giovanni
  • Belloni Ambrogio
  • Carrettoni Luigi
  • Caporali Carlo
  • Barni Luigi
  • Frigerio Agostino
  • Venegoni Paolo

Non sono stati ritrovati scritti inerenti alla tipologia dell’incendio avvenuto nel confinante comune di Cuggiono; è invece raccontato in dettaglio – ed in un legante italiano d’altri tempi – il devastante incendio del 2 luglio 1865 avvenuto nell’abitato di Inveruno in via Busto Garolfo. Il fuoco, divampato da un portale posticcio, costruito in occasione d’una sagra, devastò ben sette corti e la chiesa di S. Ambrogio. Accorsero anche i pompieri di Arconate, Magenta e Cuggiono con le rispettive macchine idrauliche e fu attivato anche il “Corpo dei Pompieri della Città di Milano” (a mezzo telegramma).

Quando giunsero i Milanesi, il fuoco era già circoscritto ed in gran parte estinto. Ecco la trascrizione del documento. Inveruno lì, 3 Luglio 1865. La notte scorsa alle ore 11.30 circa appiccasi quivi il fuoco ad una fittizia porta trionfale costrutta in occasione di sagra, in via Busto Garolfo e da ivi le fiamme portate da un vento che da Nord gagliardo spirava, si estesero ad una vicinissima casa, ed invasero in un istante tutta un ala di fabbricato, inoltrandosi ad altra ala di fabbricato vicino, e comprendendo ben sette grandi corti coloniche, la Chiesa di S. Ambrogio, granai, cascine, stalle, bestie bovine, ripostigli, suppellettili, lingerie e tutto in breve tempo consumò o almeno guastò in gran parte. Ad estinguere sì terribile incendio oltre la macchina idraulica del Comune, accorsero pure quelle di Cuggiono, Magenta ed Arconate.

Arriva pure con la sua macchina , il Corpo dei Pompieri della Città di Milano, fatto espressamente chiamare via telegramma, quantunque al suo giungere il fuoco fosse già localizzato ed in gran parte estinto.

La causa dell’incendio si profonderebbe credere derivare da opera malefica. Le case distrutte o guaste sarebbero i comunali n. 19-37-38-10-13-39-14 e 40 di proprietà Campi, Taccioli, Longoni, Beneficio Naturami, Formenti, Rimoldi, Prebenda Parrocchiale, in pregiudizio degli stessi e di vari coloni pel complessivo approssimativo danno di L. 100,000 il quale può essere in parte compensato da varie società assicuratrici, cui le case masserizie troverebbonsi affiancate tassativamente alle sole case.

Nessun infortunio personale si ha però a lamentarsi e si sta disponendo in giornata per l’alloggio delle famiglie rimaste allo scoperto in numero di ben oltre 40.


Da questo testo si deduce che anche Arconate e Cuggiono erano dotati di macchine idrauliche con tanto di lavoratori addetti, così come Magenta che ha mantenuto negli anni, al pari di Inveruno, il proprio Corpo di Pompieri. Fu un incendio spaventoso, ma rincuora sapere che non si verificò alcun infortunio, né tra gli abitanti, né tra le squadre intervenute.


C’è un altro fatto singolare legato a quest’incendio: è datata 14 luglio la lettera scritta dal sindaco Ferrario di Busto Garolfo e inviata al primo cittadino Inverunese. Nella missiva il Ferrario ritiene infondata la voce che incolperebbe “Quei di Busto Garolfo” dell’incendio avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 luglio. Sempre il Ferrario chiede al collega di “adoperarsi con tutti i mezzi al fine di togliere negli Inverunesi ogni pregiudizio verso i concittadini di Busto Garolfo”.



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